lunedì 4 gennaio 2016

Realismo magico, Surrealismo, Bizzarro: starter kit per chi ha la nausea di maghetti e vampiri innamorati


Inizierò da oggi a scrivere di letteratura, quella che piace a me, sperando di fare cosa gradita a tutti i curiosi. Ho detto "curiosi", perché la letteratura è prima di tutto curiosità. Senza curiosità, diventa solo noia, o, peggio, mera occasione di farsi i fregni sciorinando citazioni di scrittori famosi, con la segreta (e forse inconscia) speranza di poter investire l'interlocutore di turno esclamando ad occhi sgranati: “Ma dai! Ti piace Dostoiéschi e non conosci Iadoròschi!” 
Siccome la curiosità al giorno d'oggi – in qualsiasi campo – va appagata nel tempo/spazio di uno starnuto, magari grazie a qualche App che ci permetta di esplorare i fondali delle Filippine con un solo click, vedrò di fare il possibile per non essere troppo accademico-prolisso-barboso-insomma quella roba là. 
Vi parlerò di un genere da me molto amato, il realismo magico, provando a stendere un breve confronto con altri generi “cugini” che non disdegno: surreale bizzarro. In realtà, si tratta pur sempre di letteratura che attinge (in maniere molto differenti) al bacino del fantastico.
Fermi tutti: non iniziamo a picchiarci a suon di scudisciate semantiche, interpretazioni metafilosofiche e declinazioni intellettualoidi: ognuno segua la sua fede e non rompa le palle agli altri, grazie. Purtroppo quando si parla di letteratura fantastica sorgono spesso diversi dubbi: ciò che per molti è definibile reale (pur trattandosi di realtà filtrate da percezioni soggettive, o semplicemente molto improbabili ma non impossibili), potrebbe per altri appartenere alla sfera del fantastico e viceversa: ciò accade soprattutto in quelle opere dove è molto sottile il confine tra realtà e fantasia, possibile e impossibile, oggettivo e soggettivo. Pertanto, ritengo inutile e noioso infilarmi in un loop di sterili classificazioni: io stesso potrei cambiare idea dell'oggi al domani riguardo lo scaffale più adatto ad alcune opere. Cercherò quindi di tracciare un quadro di massima riguardo le differenze tra i generi citati, al solo scopo di incuriosire i neofiti.


Surrealismo e Realismo magico

Se volete saperne a pacchi sulla storia, le influenze, le evoluzioni e vattelappesca, leggetevi la pagina in inglese di Wikipedia (la pagina italiana è piuttosto scarna...non sapete l'inglese? Un Google Translate non si nega a nessuno). Qui riporterò esempi concreti, solo pratica, niente teoria, citando qualche autore da me particolarmente apprezzato.

Molti conoscono Ende come autore de La Storia Infinita, ma questo geniaccio dell'onirico ha scritto anche altro, soprattutto racconti di  matrice surrealista (suo padre, Edgar, era pittore surrealista), come nella raccolta Lo specchio nello specchio
A mio avviso, l'autore di opere surreali si comporta un po' come un alchimista dedito a sperimentare: la realtà non è più una dimensione concreta, regolata da leggi e logiche immutabili, ma un conglomerato di pura e semplice materia astratta, che può essere plasmata, deformata, aggregata e interpretata a piacimento. Il fine ultimo può essere: esaltare un concetto, un paradosso, una sensazione, una riflessione.
In uno dei suoi racconti, Ende ci parla di un ballerino che, immobile, attende da un momento all'altro l'inizio dello spettacolo. Il ballerino è in perenne attesa, e non vede nulla se non un pallido cerchio di luce puntato sul sipario chiuso di fronte a lui, un pesante drappo nero che, da ogni lato, si perde nell'oscurità. L'autore sembra chiederci: cosa ci vedi? Una metafora della vita? Bravo, è la risposta giusta! Oppure non ci hai visto niente? Bene, anche questa è la risposta giusta. D'altronde, perché sforzarsi di trovare un senso in ciò che per te non ne ha? Accetta l'assurdo, assaporalo come un piatto di gnocchi, senza domandarti nulla: scoprire gli ingredienti, o chi l'ha cucinati e perché, non renderà il piatto più gustoso.

Con Borges possiamo farci ancora più male (preparate analgesici in quantità). Che dire di una biblioteca infinita, che ospita tutti i libri possibili? Non tutti i libri del mondo, non tutti i libri dell'universo: si parla di tutti i libri contenenti tutte le possibili combinazioni di caratteri. Tra questi, esisterà dunque anche il libro che racchiude la Verità, e di conseguenza anche il libro contenente il suo opposto. Non c'è più differenza tra bianco e nero, tra vero e falso: c'è solo la biblioteca, puro concetto, “semplice” gioco matematico, che oltrepassa, anzi, ignora, ogni tentativo di definizione o classificazione. Consiglio: non leggete Borges sotto effetto di stupefacenti: potreste diventare normali, e non tornare mai più nel mondo di Facebook. 

A proposito di cose impossibili...

Borges è sempre piuttosto criptico, e sebbene gli accademici lo ritengano uno dei principali esponenti del realismo magico, non mi sentirei di metterlo nella stessa categoria di José Saramago, Gabriel García Márquez, Isabel Allende, o Haruki Murakami. Visto che li ho nominati, vediamoli in breve. 
Saramago, nel celebre romanzo Cecità, dipinge un quadro molto realistico di ciò che accadrebbe qualora il nostro mondo  – una società "standard", senza distinzioni di sesso, nazionalità, religione... – venisse colpito da un'epidemia che rende tutti ciechi. Realismo magico, allegoria, distopia...chiamatelo come vi pare. Sta di fatto che l'autore non ci va leggero: il ritratto della creatura "uomo" è perfetto. Non c'è nulla di assurdo o interpretabile: il bene e il male sono concetti ben distinguibili, così come i loro effetti.  

Nelle opere di Gabriel Garcia Marquez e Isabel Allende gli elementi fantastici sono strettamente legati al quotidiano: apparizioni, alterazioni fisiche e premonizioni sono eventi comuni, del tutto naturali. L'elemento surreale è del tutto assente, anzi: i personaggi agiscono sempre all'interno di contesti storici e sociopolitici ben definiti. Gli elementi fantastici hanno soprattutto (ma non solo) il ruolo di necessari strumenti di caratterizzazione. Nel celebre romanzo di I. Allende, La casa degli spiriti, i capelli verdi e gli occhi da sirena di Rosa del Valle non sono elementi fuori dall'ordinario, ma straordinari nell'ordinario: Rosa appare come una “creatura marina”, dalla bellezza eterea, irresistibile, che trascende ogni canone estetico. 
Per semplificare (non picchiatemi), potremmo dire che lo scopo di questi autori consiste nell'esaltare le percezioni soggettive della realtà. I personaggi non immaginano di dialogare coi loro antenati: ci dialogano effettivamente. Una donna non è solo bella: è una creatura divina, sic et simpliciter, poiché così la vedono realmente gli uomini. La chiaroveggenza non è un elemento accessorio, ma parte integrante della vita di Clara del Valle, donna di eccezionale saggezza e volontà: Clara del Valle non avrebbe potuto essere Clara del Valle senza la chiaroveggenza.
Il valore di queste opere deriva proprio dall'aver mostrato come non occorra per forza trasferirsi nella Terra di Mezzo per meravigliare il lettore: l'ordinario è teatro di meraviglie non meno affascinanti delle magie di Gandalf.
  
Tiriamo ora in ballo il sempre amato e citato Franz Kafka. Togliendo La Metamorfosi, che non ho mai apprezzato più di tanto, consiglio di leggere i suoi famosi romanzi: Il Processo, e soprattutto, Il Castello. Grazie a questi capolavori, scopriamo quanto misera e angosciosa possa essere la vita di un fesso qualunque alle prese con il Potere. Sì, parliamo proprio di un fesso qualunque, parliamo di me, o di te. Non serve addentrarci in chissà quali speculazioni filosofiche del tipo “nell'opera di Kafka emerge una metafora nichilista della vita umana, che ci porta a riconsiderare l'ottica meccanicistica etc...” Per come la vedo io, Kafka non fa altro che piantarci addosso i chiodi dell'apparato sociale: l'uomo qualunque è schiacciato dalla piramide delle gerarchie. Anche qui, l'elemento fantastico è subdolo: i potenti (che si tratti di avvocati, funzionari, sindaci, o segretari) sono così potenti da risultare inafferrabili, irraggiungibili, infallibili come divinità. La loro logica è oscura, inconoscibile. I loro pensieri non sono i nostri pensieri. Un povero Cristo viene processato e condannato, ma non riuscirà mai a capire il perché. Un altro viene assunto per un lavoro, e poi viene liquidato col pretesto di un “disguido burocratico”. E ogni loro tentativo di ottenere il benché minimo chiarimento, non porterà alcun risultato: finirà anzi per peggiorare le cose.
« Il Castello ha molti ingressi. Ora è in voga l'uno, e tutti passano di lì, ora l'altro, e il primo è disertato. Secondo quali regole avvengano questi cambiamenti non s'è ancora potuto scoprire. » 

Sicuri di voler essere bravi come Kafka?

Tiriamo in ballo anche un italiano: Dino Buzzati. Nel celebre romanzo Il deserto dei Tartari l'elemento "magico" non riguarda i personaggi, ma la dimensione che li circonda: la Fortezza è una sorta di buco nero che risucchia ogni cosa, emozioni, desideri, perfino il Tempo. Lo scorrere dei giorni è ridotto a un singolo istante di attesa, che si ripete senza apparente possibilità di meta. Anche in altre splendide raccolte di racconti (La boutique del mistero, Sessanta racconti), si ravvisa questo senso di minaccia latente, mai del tutto rivelata. Buzzati è in assoluto uno dei mie autori preferiti, e certo tornerò a parlarne.

Nel caso di Murakami gli elementi fantastici si palesano attraverso sogni, ricordi, visioni che tracciano legami invisibili fra le vite dei personaggi, ignari attori di un disegno che si svela poco a poco. La qualità dei romanzi di Murakami tuttavia è molto altalenante, e probabilmente la sua opera più riuscita è La fine del mondo e il paese delle meraviglie, che però, a mio parere, è inquadrabile nel fantasy vero e proprio. A breve pubblicherò una recensione dettagliata di una delle sue opere più famose: 1Q84


Bizzarro

Chiudiamo l'articolo con una mia recente scoperta: il bizzarro. E' un genere che credevo di conoscere pochissimo, ma dopo aver letto alcune opere di Cartlon Mellick III (tradotte in italiano grazie al team di Vaporteppa), mi sono accorto di aver già incontrato qualche accenno di bizzarro, soprattutto in alcune opere di Tommaso Landolfi (La spada, Il mar delle blatte). 
Il Bizzarro è, a mio avviso, un metagenere, poiché non fa che arricchire di elementi weird terreni già esplorati da altri generi (fantasy, commedia, splatter etc). A che pro?  Divertire e stupire il lettore. Per certi versi, si può ritenere Mellick una via di mezzo tra Hayao Miyazaki, David Lynch e Quentin Tarantino
Scopo del bizzarro non è tramortire il lettore con un cumulo di stranezze fine a se stesso (un'esperienza di questo tipo verrebbe subito a noia). Dietro un'opera di questo tipo c'è lo stesso lavoro necessario a costruire un qualsiasi altro buon romanzo di genere, ovvero: storia coerente, tensione drammatica e compagnia bella. Peraltro, i personaggi vivono all'interno di universi in cui il bizzarro è accettato come un elemento del tutto normale. Per tale ragione, è possibile ravvisare delle somiglianze tra alcune opere appartenenti al bizzarro e altre riguardanti il realismo magico. Pensiamo al romanzo breve Puttana da Guerra: il setting ricorda quello de Il Deserto dei Tartari (militari impiegati contro un nemico mai incontrato e probabilmente inesistente), ma troviamo qui anche una creatura frutto dell'ingegneria genetica - la puttana da guerra, appunto - capace di cambiare sesso e trasformarsi al bisogno in un soldato o in una prostituta al servizio dei militari (e che dire del gioco della pallasega: geniale!). Nell'opera Il ninja morbosamente obeso abbiamo un plot non particolarmente originale, ma il risultato finale è comunque molto appagante per via di un world building stupefacente, personaggi carismatici, e un sottile senso dell'umorismo. E' bene sottolinearlo ancora una volta: sebbene abbia avuto l'impressione che a volte Mellick se la sia spassata a calcare la mano per il mero gusto di stupire/divertire il lettore (e devo dire che in questo è molto bravo), la regola generale del Bizzarro è che gli elementi weird debbano avere funzioni e correlazioni ben precise nella storia e/o nel world building.
Torneremo in maniera più dettagliata sulle opere di Mellick, per ora è meglio fermarci qui. Pensavo di scrivere poco, invece ho buttato giù più di tredicimila caratteri. Ho trascurato moltissimi autori che conosco abbastanza bene (anche se non tutti mi piacciono, anzi...), autentici mostri sacri o precursori dei generi menzionati (Pirandello, Bontempelli, Cortàzar, Süskind, Bulgakov, Calvino, Faulkner, Hoffmann, Kundera,  Zavattini....), ma per ora accontentatevi.

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